Riflettori puntati sulle problematiche legate all’emergenza in atto e alla ripresa delle attività in presenza
Sono state quasi duecento le assemblee sindacali in modalità on line promosse oggi da FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SnalsConfsal e Gilda Unams, che hanno puntato i riflettori sulle problematiche legate all’emergenza in atto, alle modalità di svolgimento del lavoro imposte dal lockdown ma ancor più su quelle che caratterizzeranno la ripresa delle attività in presenza. Modi nuovi di lavorare che richiedono anche intese sindacali propedeutiche alle necessarie integrazioni della disciplina contrattuale, qualora si presentasse anche nel prossimo anno scolastico la necessità di ricorrervi.
La mobilitazione telematica ha visto una straordinaria partecipazione, tanto che l’elevatissimo numero di contatti ha messo più volte a dura prova le piattaforme, affollando oltre i limiti di capienza le aule virtuali allestite in ogni territorio. Tanto per fare alcuni esempi, oltre 2000 contatti per gli istituti comprensivi, e 1600 per la secondaria, nelle assemblee di Roma, 1600 a Firenze, oltre 3.000 a Torino, piattaforme piene a Milano, Bari, Genova, Palermo e Catania, quasi ovunque la necessità di replicare con successive riunioni per far fronte alle richieste di connessione.
“Una risposta che va oltre le aspettative – commentano i segretari generali Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi, Giuseppe Turi, Elvira Serafini e Rino Di Meglio – siamo soddisfatti per il buon esito di una prova impegnativa anche sul piano tecnico, ma soprattutto per l’enorme quantità di persone che siamo riusciti a coinvolgere. Anche se costretti a seguire modalità a distanza, abbiamo promosso e reso possibile una vicinanza con le persone e tra le persone di cui tutti sentiamo quanto mai bisogno. Da questa emergenza si può uscire, oltre che con ingenti investimenti finanziari, solo rafforzando solidarietà e coesione, in questo senso il sindacato gioca un ruolo decisivo”.
Dagli interventi è emerso un forte e diffuso desiderio di ritorno alle attività in presenza, insieme alla richiesta di poterlo fare con le dovute garanzie di tutela della salute e della sicurezza. Una tutela che riguarda il personale, ma si estende in generale agli alunni e di riflesso alle loro famiglie.
“È una consapevolezza che dev’essere di tutti – sottolineano i leader delle cinque organizzazioni – ci pare che anche l’incontro di ieri col Comitato Tecnico Scientifico dimostri la complessità di intervento sul settore, non è certo un caso se la scuola è stata l’unica categoria consultata in modo diretto e specifico dal CTS”. Grande spazio anche ai temi del contrasto alla precarietà, in una situazione che impone di assicurare alle scuole risorse adeguate per gestire una ripresa delle attività condizionata dall’obbligo di osservare misure ancora indispensabili di cosiddetto “distanziamento sociale”.
“Lavorare con gruppi più ristretti di alunni, assicurare l’assistenza e la sorveglianza necessarie, non si può certo fare a costo zero, servono più insegnanti e più collaboratori, almeno per qualche tempo. Servono presìdi sanitari di supporto e prevenzione e serve stabilità del lavoro – concludono i segretari generali – non è pensabile che una gestione complessa come quella che ci attende dal primo settembre, con tante regole e procedure da seguire scrupolosamente, si possa reggere senza avere tutte le risorse di personale stabilmente a disposizione: insegnanti, educatori, personale ATA, dirigenti scolastici e direttori dei servizi. Guai se ci ritrovassimo in quella fase con una marea di posti coperti precariamente, magari con le nomine ancora da gestire. Una situazione che va assolutamente evitata, così come è da escludere che possano svolgersi in presenza, nell’attuale fase di emergenza, le annunciate prove concorsuali”.
Roma, 13 maggio 2020